Il Balôn e Porta Palazzo


(Un piccolo scorcio del "Balôn")

Il balôn (pronuncia ba'lön) è lo storico mercato delle pulci di Torino ed è situato nel quartiere Aurora.

Con questo nome spesso si intende anche tutto il Borgo Dora, che sorge sulle rive della Dora Riparia e che comprende la vicina zona di Porta Palazzo, luogo dello storico mercato alimentare che nelle cartine stradali viene indicata come 'Piazza della Repubblica', nome peraltro pressocchè sconosciuto ai più, questo grazie ad un'abitudine dei torinesi di cambiare nome a strade piazze, come vedremo più avanti...

Il "Balôn" e "Porta Palazzo" non sono solo due delle tante zone di Torino, ma rappresentano ciò che una volta era, almeno nei miei ricordi...un piccolo mondo a parte.

Quando da bambino trotterellavo dietro a mio padre per i banchi del mercato, tra gli stand del mercato coperto, odori, suoni e colori ti abbracciavano e nei miei occhi di bambino, tutto era grande, meraviglioso.

'L'uomo più forte del mondo' si esibiva fra le bancarelle del mercato all'aperto, a torso nudo (anche d'inverno), con i suoi macigni da sollevare e le catene da spezzare...poco più in là i 'contrabbandieri' vendevano le stecche di sigarette, radioline e quant'altro e...non pochi erano i clienti sporovveduti che si portavano a casa un bel mattone dentro le scatole confezionate con perizia...


(Il mercato coperto di Porta Palazzo)

Parlo al passato perchè sono ormai scomparsi molti degli elementi che trent'anni fa, facevano di questi due posti, un paese nel cuore di Torino. Questo chiaramente per chi come me, ricorda...

Certo...
esistono ancora oggi sia il vivace mercato all'aperto di Porta Palazzo, quello al coperto (il più grande d'Europa), quello un po' surreale del Balôn e ancor più, il Gran Balôn con la sua "Fiera del c'era una volta" la seconda domenica di ogni mese, ma che certe atmosfere, certi 'sapori' sono solo più un bel ricordo.

...chiaro che, essendo qui casa mia, mi arrogo il diritto di pensarla così.


'l trenin 'd Leinì


(clicca per aprire il video)


Per non farmi mancare nulla, prendo in prestito una delle tante, belle poesie che Gipo Farassino ha scritto su Torino, una Torino in questo caso, che nemmeno io ho vissuto, ma che non può non piacere a chi come me, adora questa città.

La canzone-poesia, racconta dell'incendio che all'inizio del '900 divampò fra i banchi del mercato all'aperto di Porta Palazzo, scatenato si dice, da un piccolo trenino a carbone che percorreva la tratta da Leinì a Torino e viceversa.

Secondo la leggenda furono le faville proiettate dalla locomotiva a scatenare la furia distruttiva del fuoco il 18 Giugno 1910, nei pressi della Piazzetta Milano, distruggendo oltre che parecchie bancarelle, anche un piccolo pezzo di storia della città.


La piazza che.. non esiste


(Piazza Carlo Emanuele II)

Se domandate ad un torinese dove si trova "Piazza Carlina", sicuramente vi saprà rispondere, peccato che in realtà il nome riconosciuto ed utilizzato non risponda affatto alla descrizione "Piazza Carlo Emanuele II", riportata in tutte le cartine toponomastiche ufficiali.

La piazza, si trova nel centro storico di Torino non distante dal Museo Egizio, creata durante il secondo ampliamento della città nel 1673, fu disegnata da Amedeo di Castellamonte e commissionata da Maria Giovanna Battista di Savoia-Nemours, moglie di Carlo Emanuele II.

Il soprannome di "Carlina" pare sia legato al nomignolo che il popolo aveva affibiato proprio al quattordicesimo duca di Savoia, a causa dei suoi modi effeminati.

Nota: non stupiamoci troppo...i torinesi son soliti chiamare luoghi della propria città con nomi diversi da quelli che hanno nella realtà. Piazza Vittorio ad esempio sta per 'Piazza Vittorio Veneto' come Corso Vittorio è l’abbreviazione di 'Corso Vittorio Emanuele II' e non c’è alcun rischio di sbagliare perché tutti conoscono questi nomi (anzi spesso non conoscono quello ufficiale).



La fetta di polenta!

Eh si...a Torino abbiamo anche questa! È però una polenta fatta non per essere mangiata ma per essere abitata!

In realtà anche in questo caso si tratta del "nomignolo" utilizzato dai torinesi, per indicare "Casa Scaccabarozzi", progettata a metà del 1800, da Alessandro Antonelli, celebre creatore del simbolo di Torino... "la Mole Antonelliana".

Il nome ufficiale della casa deriva dal cognome della moglie dell'architetto, una nobildonna di Cremona, Francesca Scaccabarozzi.

Il nomignolo 'Fetta di polenta' comunemente utilizzato dai torinesi, è ispirato dall'insolita pianta trapezoidale del fabbricato, che nel suo lato più largo misura circa 16 metri, mentre in quello più stretto(ed è davvero stretto), misura solamente...54 centimetri !

Pare che il terreno trapezoidale su cui sorge fosse di proprietà dell'Antonelli che a seguito delle fallite trattative per acquistare il terreno confinante, volle dimostrare la capacità di realizzare un edificio abitabile con un appartamento per ciascun piano, recuperando in altezza ciò che non poteva sfruttare in larghezza, esperimento riuscito!